mangiare e bere, letame e morte


drammaturgia e regia Davide Iodice
con Alessandra Fabbri
coreografia Alessandra Fabbri e Davide Iodice | costumi Enzo Pirozzi

produzione Interno 5

“Alessandra vive in campagna: nella sua casa prima di lei ci abitava un cavallo
e ora le anatre e i polli vi hanno libero accesso, alcuni pappagallini vivono nel bagno.
Qui lei immagina la sua morte distesa nel fogliame come pasto per le volpi. 

Prima di approdare al teatro io volevo fare l’etologo:
in ognuno dei miei spettacoli ci sono presenze animali, vive o figurate.
Da questo incontro nasce “Mangiare e bere. Letame e morte.” 
Un lavoro sui bisogni essenziali, sull’istinto, sulla nostra animalità.

Un lavoro sull’ essere, nella sua singolarità, un poemetto fisico,
in cui l’animale rivela l’umano e le sue mancanze.

In un certo senso questo lavoro è per me un ritorno all’etologia.”
Davide Iodice 

È un lavoro di teatro e danza. Uno studio per danzatrice sola. Sola per la verità non è mai, tranne per il suo corpo stesso: con esso, difatti, e con il racconto, il ricordo, espressi nel movimento ma anche nel verbo, Alessandra Fabbri costruisce un intero mondo sul palcoscenico. Perlopiù un mondo animato, nella prospettiva etimologica di anima-ae: giacché è un mondo animale, inteso nel suo significato più stretto, di bestia, e nel suo senso totale, di essere vivente. È nel cambio continuo di prospettiva tra donna e animale, dallo scambio tra di loro, e nella terzietà del rapporto con il pubblico si ipotizza il compimento di Mangiare e Bere. Letame e Morte: uno spettacolo che conferma la poetica di Davide Iodice, che si interroga sul senso dell’attorialità. In cui si trovano tutti gli elementi che sono propri al regista, e di cui sono costellati i suoi lavori corali, qui precipitando in una persona, un corpo, una voce, un punto.